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Inaugurata la biblioteca in onore di Immacolata Cavagnuolo a Santa Maria Capua Vetere

Un tributo a Immacolata Cavagnuolo

La casa circondariale “Francesco Uccella” di Santa Maria Capua Vetere ha reso omaggio alla memoria dell’agente di Polizia Penitenziaria Immacolata Cavagnuolo, recentemente scomparsa, inaugurando una biblioteca che porta il suo nome. Cavagnuolo, scomparsa a soli 45 anni, viene ricordata attraverso un progetto che sottolinea l’importanza della cultura nei luoghi di detenzione. Questo spazio vuole offrire ai detenuti l’accesso a una vasta gamma di libri, promuovendo l’apprendimento e la crescita personale in un ambiente spesso segnato da solitudine e sofferenza.

La cerimonia di inaugurazione: un messaggio di unità

La cerimonia di inaugurazione si è svolta con la partecipazione di numerosi rappresentanti delle istituzioni, segnalando un forte messaggio di coesione e supporto. Donatella Rotundo, direttore dell’istituto, ha presieduto l’evento, enfatizzando il ruolo essenziale che la cultura ricopre nel benessere psicologico e sociale dei detenuti. A sottolineare l’importanza dell’iniziativa, la partecipazione di figure chiave come Lucia Castellano, provveditore dell’Amministrazione Penitenziaria della Campania, e il prefetto di Caserta, Lucia Volpe. Il coinvolgimento del direttore del Dipartimento di Giurisprudenza, Raffaele Picaro, evidenzia il legame tra educazione e giustizia.

Il valore della cultura in carcere: un ponte verso la speranza

Durante la cerimonia, interventi significativi del vicepresidente Luigi Castaldo e del segretario nazionale del sindacato ConSiPe, Francesco De Curtis, hanno ribadito come la cultura possa rappresentare un potente antidoto alla criminalità. L’istituzione della biblioteca offre ai detenuti non solo strumenti di evasioni intellettuale, ma anche la possibilità di esplorare nuovi orizzonti di sviluppo personale. In un contesto dominato dalla reclusione, la lettura si erge a simbolo di trasformazione e possibilità di riscatto.

L’impatto su detenuti e istituzioni

La biblioteca dedicata a Cavagnuolo non solo custodisce il ricordo di una vita dedicata al servizio, ma rappresenta anche un passo significativo verso l’umanizzazione delle carceri. Le riflessioni condivise all’inaugurazione mettono in luce come la cultura, promossa attraverso questa iniziativa, contribuisca alla riabilitazione e reintegrazione sociale dei detenuti. L’apertura della biblioteca è un esempio tangibile di come la collaborazione tra attori sociali e istituzionali possa portare a un miglioramento delle condizioni nelle strutture detentive.

Un legame con il futuro

La nuova biblioteca non è solo un ricordo affettuoso di una persona che ha dato tanto a chi vive e lavora all’interno del sistema penitenziario, ma anche un impegno verso il futuro. L’accesso ai libri e alla conoscenza serve da ponte per il reinserimento sociale dei detenuti, mostrando loro percorsi alternativi. Questa apertura rappresenta una speranza tangibile, capace di trasformare vite attraverso il potere ineguagliabile della cultura.

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