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L’insediamento di Trump e le aspettative dei giganti della tecnologia

L’insediamento di Donald Trump come presidente degli Stati Uniti, avvenuto il 20 gennaio 2025, ha rappresentato un momento di notevole aspettativa per alcuni degli uomini più ricchi del mondo. Tra questi, figurano nomi illustri come Jeff Bezos, Mark Zuckerberg e Bernard Arnault, che avevano intravisto nell’elezione di Trump un’opportunità unica per amplificare le proprie fortune. Tuttavia, alcune sorprese economiche hanno rimesso in discussione queste prospettive ottimistiche, portando a ingenti perdite nei loro investimenti.

L’influenza di Trump sul settore tecnologico

Subito dopo le elezioni del 5 novembre 2024, l’effetto Trump ha iniziato a manifestarsi in borsa, con molti investitori attratti dalla speranza di politiche favorevoli al settore tecnologico. Amazon ha visto un rialzo delle sue azioni del 20%, mentre i titoli di Meta sono saliti di circa il 10%. Tesla, guidata da Elon Musk, ha registrato un incremento quasi del doppio nel suo valore in breve tempo, posizionando Musk come l’uomo più ricco del pianeta. Tuttavia, questo entusiasmo iniziale è stato presto affiancato da segnali di turbolenza economica, lasciando gli investitori in allerta. L’incertezza ha iniziato a prevalere sui mercati, soprattutto dopo discussioni su dazi e atteggiamenti protezionistici.

Perdite economiche tra i magnati

Dall’insediamento di Trump, i magnati americani e globali hanno subito svalutazioni ingenti nei loro portafogli d’investimento. I primi cinque miliardari hanno assistito a una perdita collettiva stimata in 210 miliardi di dollari. La capitalizzazione di mercato di colossi come Tesla, Meta, Amazon e LVMH ha registrato un decremento di 1.430 miliardi, indice della volatilità e dell’incertezza politica. Elon Musk, nonostante il primo posto nella classifica dei più ricchi con 330 miliardi di patrimonio, ha visto scomparire 156 miliardi dal suo picco di dicembre 2024, principalmente a causa di un drastico calo delle vendite di Tesla, amplificato dalle controverse posizioni politiche del CEO.

Bezos e Zuckerberg: verso il supporto a Trump

Jeff Bezos ha cercato di costruire un ponte con l’amministrazione Trump, scegliendo di utilizzare il suo Washington Post per sostenere apertamente il nuovo presidente. Tuttavia, i tentativi per mantenere saldi rapporti con il governo non hanno impedito la caduta del valore delle azioni di Amazon del 20%. La ricchezza di Bezos è scesa a 220 miliardi, una perdita di ben 18 miliardi da inizio anno. Parallelamente, Mark Zuckerberg, fondatore di Meta, ha adottato un approccio più allineato alle politiche dell’amministrazione Trump. Nonostante questo, il suo patrimonio è diminuito di quasi 10 miliardi.

Bernard Arnault e le oscillazioni del lusso

Anche il settore del lusso, rappresentato da Bernard Arnault e la sua LVMH, non è stato immune ai mutamenti economici post-elettorali. Inizialmente, le azioni LVMH avevano goduto di un aumento del 20%, ma l’instabilità economica ha portato a una contrazione del patrimonio di Arnault di 5 miliardi. Questo dimostra come l’attuale situazione politica globale possa influire in modo significativo su settori considerati tradizionalmente stabili.

Questi eventi dimostrano l’inevitabile impatto delle dinamiche politiche sulle economie globali. In un clima di crescente incertezza, gli investitori continuano a monitorare i mercati in attesa di segnali che possano fornire chiarezza e una visione migliore per il futuro.

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