La protesta indipendentista in Sardegna: “Sa terra sarda a su populu sardo”

L’attualità sarda si colora di protesta e determinazione, resa protagonista da due attivisti, Bruno Bellomonte, 75 anni, e Mario Sanna, 77 anni, che si ritrovano in tribunale per un’azione intrapresa a difesa della loro terra. Un appello vibrante per la Sardegna, richiamando l’attenzione su temi fondamentali legati alle terre abbandonate.
Surigheddu: una terra in attesa di rinascita
Le campagne di Alghero ospitano la tenuta di Surigheddu, un vasto spazio agricolo di circa 1.200 ettari, simbolo di abbandono e trascuratezza ma anche di potenziale inespresso. Questa tenuta rappresenta un patrimonio agricolo che, se adeguatamente valorizzato, potrebbe trasformarsi in una ricchezza per la comunità locale. La protesta di Bellomonte e Sanna, avviata con un murale di denuncia, ha avuto l’obiettivo di risvegliare la coscienza pubblica sul destino di queste terre.
L’azione di protesta: tra arte e revendicazione
La scritta “Sa terra sarda a su populu sardo” su un muro della tenuta non è stata concepita come un semplice atto di vandalismo. Gli attivisti la definiscono una forma di espressione artistica e una riappropriazione simbolica di un territorio dimenticato. L’intento, chiaro e forte, era di scuotere l’indifferenza e ridestare interesse intorno alle terre di Surigheddu, tema di grande rilevanza per la comunità sarda.
Il processo: difendere un movimento
Il tribunale di Sassari è il palcoscenico in cui si svolge il processo per imbrattamento contro Bellomonte e Sanna. La loro difesa, guidata dall’avvocata Giulia Lai, cerca di mettere in luce le motivazioni profonde dell’azione, spiegando che l’obiettivo era sensibilizzare sull’importanza dell’agricoltura e sul recupero delle terre sarde. A giugno, la discussione finale determinerà quale sarà il destino legale degli imputati, con un rischio di condanna che può arrivare fino a un anno.
Solidarietà e movimento popolare
La protesta non è isolata: l’Associazione Libertade e altre realtà locali hanno espresso piena solidarietà nei confronti dei due attivisti. Un movimento che spinge per la restituzione delle terre sarde ai loro abitanti, con l’obiettivo di riscoprire e rivitalizzare l’agricoltura dell’isola. Questa solidarietà dimostra come la vicenda non riguardi solo questioni legali, ma l’identità culturale e storica della Sardegna.
La lotta continua per le terre sarde
Mentre l’attenzione dei media e del pubblico cresce, la questione delle terre di Surigheddu si inserisce in un contesto più ampio di rivendicazioni per la salvaguardia delle risorse agrarie della Sardegna. È un dialogo che continua, tra legalità e tradizione, risvegliando il desiderio di un futuro agricolo pieno di possibilità per l’isola, simbolo di un’identità mai spenta.