La crescita dei beni confiscati alla criminalità nel Lazio: un segnale di speranza

Nel Lazio, il recupero e la gestione dei beni confiscati alla criminalità organizzata stanno segnando un’importante rivoluzione culturale e sociale. Questo trend positivo è rappresentativo di un impegno senza precedenti verso la legalità e la riqualificazione urbana e rurale. Secondo il recentissimo report “Raccontiamo il Bene” dell’organizzazione Libera, le realtà coinvolte nella gestione di questi beni sono passate da 54 a 69 rispetto all’anno precedente, operando in 17 comuni del Lazio.
Le forze dietro la trasformazione
Le organizzazioni che guidano questa transizione sono diverse e versatili. Quasi la metà di queste entità sono associazioni di vari tipi, per un totale di 33 associazioni attive. Ci sono anche 8 cooperative sociali e fondazioni, 6 alleanze temporanee di imprese e 5 società e associazioni sportive. Queste realtà non solo stanno restaurando beni una volta simbolo di degrado, ma stanno anche trasformandoli in risorse vitali per la collettività.
Un nuovo futuro per i beni immobilizzati
I beni confiscati includono un ampio ventaglio di proprietà: 35 appartamenti e abitazioni, 17 ville e fabbricati, 10 terreni agricoli ed edificabili, 11 locali commerciali e 5 impianti sportivi. Queste proprietà rappresentano una nuova speranza per le comunità locali che le gestiscono, offrendo opportunità di sviluppo economico, sociale e ambientale.
Dati del report “Raccontiamo il Bene”
La collaborazione tra Libera e l’Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e la Destinazione dei Beni Sequestrati e Confiscati alla Criminalità Organizzata ha prodotto dati significativi. Al 24 febbraio 2025, nel Lazio, 862 beni immobili sono stati confiscati e destinati a nuove finalità, mentre 2279 sono ancora in gestione, in attesa di un destino definitivo che possa esaltare il loro potenziale benefico.
Aziende confiscate: una sfida continua
Sul fronte delle aziende sequestrate, 236 sono state già messe a disposizione per nuove modalità di gestione, mentre 480 rimangono ancora in un limbo gestionale. Questo quadro evidenzia l’essenziale esigenza di un’efficiente gestione e redistribuzione di queste risorse per supportare il tessuto economico e sociale della regione.
La rinascita dei territori
Tatiana Giannone, leader nazionale Beni Confiscati di Libera, sottolinea l’importanza del processo di trasformazione dei beni confiscati, da emblemi della dominazione criminale a focolai di riscatto e legalità. Con oltre 1132 iniziative attive in Italia, questa impresa collettiva dimostra come una società civile dinamica possa sfidare efficacemente le avversità e ripristinare la giustizia.
Un modello da seguire
Le esperienze del Lazio non sollevano solo interesse a livello locale, ma anche su scala europea e internazionale. Queste iniziative offrono un esempio incoraggiante di come combattere la criminalità organizzata attraverso la rigenerazione sociale e culturale dei beni confiscati, trasformando il passato in un futuro promettente e rinascente per tutti.