La sfida dell’UE: autonomia nelle materie prime critiche

Le dipendenze strategiche dell’unione europea
L’Unione Europea affronta una sfida cruciale: il suo attuale livello di dipendenza da fornitori esterni per le materie prime critiche. Paesi come la Cina, la Turchia e il Sud Africa svolgono un ruolo dominante, con la Cina che fornisce il 100% degli elementi delle terre rare pesanti e la Turchia il 98% del boro. Questo modello di dipendenza espone l’UE a rischi economici e geopolitici significativi. Le proiezioni stimano un aumento della domanda di materie prime, come l’alluminio, passando da 32.000 a 206.000 tonnellate annue entro il 2050, complicando ulteriormente la situazione.
Il critical raw materials act: obiettivi e sfide
Il Critical Raw Materials Act è una risposta proattiva a queste sfide. Introdotto con l’intento di garantire un approvvigionamento sicuro e sostenibile, il regolamento stabilisce obiettivi chiari da raggiungere entro il 2030. Si propone di ottenere almeno il 10% dell’approvvigionamento di materie prime dalla produzione interna all’UE, con un ulteriore 40% dalla trasformazione e il 25% dal riciclaggio. Tuttavia, il raggiungimento di questi obiettivi si scontra con una filiera debole e un tempo limitato.
Le controversie delle estrazioni minerarie
Il desiderio di ridurre la dipendenza esterna spinge l’UE a considerare nuove attività estrattive. Tuttavia, queste operazioni spesso sollevano questioni ambientali e sociali significative, come testimoniano le proteste in Serbia contro Rio Tinto. L’ex commissario Thierry Breton ha evidenziato come le risorse disponibili in Europa siano limitate, suggerendo la necessità di cooperare con nazioni terze per diversificare le importazioni.
Riciclaggio: una miniera urbana di opportunità
Il riciclaggio rappresenta un’opportunità significativa per ridurre la dipendenza dalle importazioni. Le “miniere urbane”, come i rifiuti elettronici, offrono la possibilità di recuperare materiali preziosi. L’UE dispone di una catena di riciclaggio strutturata, anche se è necessario potenziare la raccolta e il riutilizzo di dispositivi elettronici. Questo approccio potrebbe contribuire a soddisfare parte della domanda crescente, sebbene manchino dati precisi sull’efficacia a lungo termine.
Le iniziative italiane per le materie prime
In Italia, il governo Meloni ha mostrato interesse per le estrazioni, comprese quelle sottomarine. Tuttavia, questa pratica, nota come “deep sea mining”, rimane controversa. La legge n°115 del 2024 recepisce il regolamento europeo, puntando a riavviare il settore minerario con processi di autorizzazione più rapidi, nonostante le critiche per l’assenza di misure significative in tema di economia circolare. La mancanza di un riferimento specifico a pratiche di riciclaggio lascia aperte importanti questioni sul futuro dell’approvvigionamento sostenibile delle materie prime critiche in Italia.