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Le tariffe di ritorsione UE: un nuovo capitolo nelle relazioni transatlantiche

Contesto attuale e prospettive future

La reintroduzione delle tariffe di ritorsione dell’Unione Europea contro le misure protezionistiche degli Stati Uniti è prevista per il 1° aprile 2025. Originariamente imposte in risposta alle tariffe statunitensi su acciaio e alluminio sotto l’amministrazione Trump, queste misure erano state sospese con l’arrivo di Joe Biden alla Casa Bianca. Tuttavia, l’annuncio di nuove tariffe del 25% da parte degli USA su una serie di prodotti europei segna una rinnovata tensione commerciale. Secondo gli esperti, tra cui la fiscalista Sara Armella, il ripristino delle tariffe potrebbe avere un impatto notevole sulle economie europee più esportatrici, come quella italiana.

Impatto sull’export italiano

Il mercato americano rappresenta un’importante quota dell’export italiano, con una dipendenza significativa rispetto alla media europea. Con l’annuncio delle nuove tariffe, l’industria italiana, che nel 2024 ha visto esportazioni verso gli USA per un valore di 65 miliardi di euro, potrebbe subire una contrazione del 16% nelle sue vendite transatlantiche. Settori chiave come le bevande, l’automotive e la farmaceutica, che costituiscono oltre un terzo dell’export nazionale verso gli USA, potrebbero risentire in modo particolare di queste misure.

Sfide e adattabilità del tessuto produttivo italiano

Nonostante le difficoltà, l’avvocato Paolo Menarin riconosce la capacità delle piccole e medie imprese italiane di adattarsi a contesti commerciali in evoluzione. Il reshoring americano sta cercando di ridurre la dipendenza dalla globalizzazione riportando la produzione a livello nazionale. Tuttavia, la resilienza e l’alta qualità dei prodotti italiani potrebbero favorire altre strategie di mercato, nonostante le nuove barriere commerciali.

Forza dell’euro e strategie finanziarie

Sul fronte valutario, Michele Sansone di iBanFirst Italia sottolinea che, nonostante le tensioni commerciali, l’euro tiene una posizione solida. Questa forza è supportata dai flussi di capitale verso i titoli europei, i cui rendimenti sono in crescita. Il rafforzamento dell’euro potrebbe compensare in parte l’effetto delle tariffe, mantenendo la competitività dei prodotti europei sui mercati internazionali.

Adattamenti strategici delle imprese

Per aziende come Olivieri 1882, un brand storico del settore alimentare italiano, la capacità di adattamento è cruciale. Con il 30% del fatturato originato dagli Stati Uniti, il CEO Nicola Olivieri esprime fiducia nel trovare vie alternative per continuare a servire i consumatori americani. Parallelamente, Daniele Arduini di Kampaay enfatizza l’importanza di raffinare le strategie di mercato per minimizzare l’impatto negativo delle tariffe sul business italiano.

Opportunità e innovazioni nel digital export

Nel contesto di queste sfide, Giovanni Farese di Webidoo Spa vede nel digital export una strada promettente per espandere il Made in Italy in nuovi mercati. L’integrazione di canali tradizionali e digitali può aprire nuove opportunità in regioni emergenti, come Asia e Medio Oriente, dove la domanda di prodotti di alta qualità è in continua crescita. Queste strategie potrebbero non solo mitigare gli effetti delle tariffe, ma anche posizionare strategicamente le aziende italiane in contesti globali in espansione.

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