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Operazione “Caro Estinto”: Napoli e lo scioccante scandalo funerario

Gli arresti e la portata dell’inchiesta

La città di Napoli è stata scossa dall’operazione “Caro Estinto”, un’inchiesta condotta dai carabinieri del NAS che ha portato alla luce un complesso sistema di frode e corruzione. Con l’arresto di 67 persone, tra cui dirigenti medici dell’ASL Napoli 1 Centro, funzionari comunali e imprenditori del settore funebre, l’indagine ha svelato un business illegale che speculava sul dolore delle famiglie in lutto. Un’azione coordinata dalla Procura di Napoli, che ha scoperto il coinvolgimento di numerosi funzionari pubblici e privati nel tessere questa rete di illiceità.

Falsificazione e corruzione: un sistema diabolico

Tra i crimini denunciati vi sono associazione per delinquere, truffa, falso e corruzione, coinvolgendo particolarmente la gestione fraudolenta dei test del DNA per l’identificazione dei defunti. Invece di essere effettuati da medici legali, questi test venivano delegati ai titolari delle pompe funebri, che utilizzavano kit già firmati per alterare i risultati. L’evidenza video e le testimonianze raccolte rappresentano una violazione grave delle norme sanitarie, come illustrato dal procuratore Gratteri durante una conferenza stampa.

Assenteismo e certificati fraudolenti: una piaga diffusa

L’inchiesta ha rivelato anche casi endemici di assenteismo e pratiche illecite nella concessione di certificati per pass disabili. Documenti rilasciati non per necessità, ma in cambio di un “contributo economico”, anche questi facilitati dai soggetti all’interno delle istituzioni sanitarie e pubbliche. Queste prassi non solo violano la legge, ma minano la fiducia dei cittadini nei confronti del sistema sanitario.

Il futuro della gestione dei defunti a Napoli

L’operazione “Caro Estinto” rappresenta una pietra miliare nella lotta contro un sistema che sfrutta il dolore umano per guadagno personale. Le indagini in corso e il processo imminente riflettono la determinazione delle autorità nel ripristinare la legalità e la dignità in questo settore cruciale. Questa vicenda invita a una riflessione approfondita sulla necessità di trasparenza e integrità nella gestione dei servizi sanitari e funerari, per garantire rispetto e giustizia alle famiglie coinvolte.

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